La necessità di assistenza continua ai familiari garantisce la priorità nel diritto di trasformazione dal contratto full time a part time.
Novità in materia di legge 104/92, la normativa cioè in tema (tra l’altro) di permessi retribuiti per chi assiste persone con handicap o in situazione di invalidità. Uno dei decreti attuativi del Job Act [1], quello recante la disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, ha disposto il diritto, per chi è portatore dei suddetti benefici, di ottenere il diritto alla priorità nella trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno (full time) a tempo parziale (part time).
Oggetto della nuova tutela è il lavoratore che assiste i familiari affetti da gravi malattie; in particolare la norma dispone che, in caso di gravi patologie riguardanti il coniuge, i figli o i genitori del lavoratore o della lavoratrice, o nel caso in cui il lavoratore o la lavoratrice assista una persona convivente con totale e permanente inabilità lavorativa con connotazione di gravità secondo la legge [2], che abbia necessità di assistenza continua perché non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, al lavoratore è riconosciuta la priorità nella trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.
Infine, viene riconosciuta [1] la priorità nella trasformazione del rapporto di lavoro anche ai lavoratori con un figlio malato convivente di età non superiore a tredici anni o con figlio convivente con disabilità, in base alla legge 104/1992. Eppure, la norma oggi esclude i lavoratori con figli minorenni con più di tredici anni che hanno comunque una necessità di assistenza legata non all’età, ma alla gravità della patologia invalidante.
Testualmente l’ultima parte della norma stabilisce che “in caso di richiesta del lavoratore o della lavoratrice, con figlio convivente di età non superiore a tredici anni o con figlio convivente portatore di handicap ai sensi dell’articolo 3 della legge n. 104 del 1992, è riconosciuta la priorità nella trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale”.
Infine, viene riconosciuta [1] la priorità nella trasformazione del rapporto di lavoro anche ai lavoratori con un figlio malato convivente di età non superiore a tredici anni o con figlio convivente con disabilità, in base alla legge 104/1992. Eppure, la norma oggi esclude i lavoratori con figli minorenni con più di tredici anni che hanno comunque una necessità di assistenza legata non all’età, ma alla gravità della patologia invalidante.
Testualmente l’ultima parte della norma stabilisce che “in caso di richiesta del lavoratore o della lavoratrice, con figlio convivente di età non superiore a tredici anni o con figlio convivente portatore di handicap ai sensi dell’articolo 3 della legge n. 104 del 1992, è riconosciuta la priorità nella trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale”.